Il libero arbitrio
- Antonio Martines
- 30 giu 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Prigionieri del nostro destino o liberi di scegliere? Un piccolo excursus sul tema del libero arbitrio
Preoccupazione e ansia sull’avvenire, molte volte abbiamo temuto quanto nefasta potesse essere una nostra scelta, una decisione presa un po’ frettolosamente o magari ben ponderata ma comunque dall’esito decisamente preoccupante, considerando quanto sia importante per noi l’esito quanto la decisione di cui farsi carico.
Ci affanniamo, giorno dopo giorno, vivendo la nostra vita un passo alla vota, facendo in modo che gli step successivi rappresentino sempre e comunque la migliore scelta per noi, o per i nostri cari, gioendo per un obiettivo raggiunto o rammaricandoci per un insuccesso, un fallimento ed, in entrambi i casi, attribuiamo alla nostra facoltà di scegliere, e di aver sempre operato le migliori (o peggiori) scelte, la capacità di raggiungere o meno nuovi traguardi.
E se, nonostante l’indubbia certezza di avere consapevolmente valutato differenti alternative e averne selezionato una di queste, in realtà tutto questo fosse soltanto un’illusione? Quello che ci accadrà in futuro è davvero frutto di scelte personali, libere e consapevoli?
Eppure, l’atto della scelta che si esprime consapevolmente, pare non lasci alcun dubbio a riguardo di chi sia stato il libero autore. Ma nonostante questa certezza, è possibile asserire senza dubbio alcuno che sia stato davvero io a farlo?
Avere la possibilità di intraprendere una scelta d’innanzi alla proposta di più alternative non può essere considerata precondizione unica per presupporre la libertà dell’agente operante. Difatti anche le clausole condizionali dei linguaggi di programmazione sono in grado di operare delle “scelte” tra le diverse alternative proposte (clausole if-then-else) in base agli ingressi ed alle condizioni su di essi, ma nonostante ciò ci guarderemmo bene dal definirle scelte libere del programma.
Pertanto, le nostre azioni, le azioni umane, sono determinate univocamente dal funzionamento dell’universo oppure la nostra mente è in grado di modificare materialmente il corso degli eventi?
E se, insomma, il libero arbitrio fosse un’amabile illusione? Un formidabile espediente della mente in grado di convincerci del consapevole esercizio della volontà e quindi nell’azione libera che, in accordo con l’esperienza cosciente, farebbe credere di scegliere liberamente il corso delle proprie azioni e dei propri pensieri?
A favore della tesi illusoria vi sono almeno due fatti di cui il primo riguarda la definizione di sistema fisico per il quale, l’evoluzione dello stesso dipende esattamente dalle condizioni al contorno e dalla sua struttura allo stato attuale, pertanto non vi possono essere diramazioni degli stati futuri. Ed il nostro cervello, che risponde alle leggi di natura, è un sistema fisico.
Il secondo fatto riguarda l’esistenza dei potenziali premotori detti anche RP (Readiness Potential) ossia di un’attività elettrica localizzata nella corteccia premotoria la cui insorgenza prelude ad un movimento volontario e connessa al processo volitivo. Gli esperimenti ottenuti attraverso l’uso di alcuni strumenti quali un apparato encefalografico, un elettromiografo ed un dispositivo in grado di rilevare il momento esatto in cui si esperisce la volontà di effettuare un movimento, mostrano l’insorgenza di un potenziale, appunto detto RP, ben prima (circa 550 ms) dell’insorgenza del potenziale evocato che avviene circa 200 ms prima del movimento volontario vero e proprio ed in corrispondenza della manifesta volontà di effettuare quel preciso movimento.
L’RP precede di gran lunga l’esperienza stessa della volontà di scegliere e quindi della consapevolezza del soggetto sottoposto ad esperimento, rendendo lo stesso uno spettatore ignaro di un lungo ed inesorabile processo deterministico che si dipana sin dalla storia dei tempi e prosegue, senza sosta ed esitazioni lungo un’unica via percorribile, la via deterministica.
Ma chi è che ci incatena e ci condanna ad una vita monotona nell’atto di compiersi questo determinismo aberrante dall’incedere costante ed ordinato? E perché lo fa? Forse è l’impossibilità di accettare la monotonia di un mondo completamente deterministico, senza intelletto, privo di quella scintilla vitale che ci eleva dall’inedia che circuisce inconsapevoli astanti nell’atto di recitare un film in cui non si è mai protagonisti mentre si subisce l’accadere di ogni azione.
In definitiva concludiamo con questo dualismo a dir poco aberrante; se il libero arbitrio esiste, occorrerà rivedere cosa è una legge di natura ma se il cervello è un sistema fisico, che risponde alle leggi di natura, noi non possiamo essere altro che meri spettatori dell’accadere di ogni singola aziona chiusi all’interno di un infinito vortice deterministico.
Daniele C. #LiberoArbitrio #Determinismo #Filosofia #ScelteConsapevoli #AnsiaEDecisioni #Psicologia #ScienzaDelCervello #Neuroscienze #PotenzialeDiProntezza #EsperimentiSulCervello #IllusioneDelControllo #Condizionamenti #Coscienza #LeggiDiNatura #DualismoMenteCorpo
